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U.S. CASTELLUCCIO[10/03/2015]

Quest’oggi presenteremo e approfondiremo la realtà di una storica squadra di calcio della Uisp, l’ Unione Sportiva Castelluccio. Ci immergeremo nella loro vita con un’intervista che prenderà come riferimento dirigenti attuali e passati, personaggi che hanno fatto la storia della squadra, senza tralasciare gli aspetti umani ed esterni che in seguito scopriremo essere fondamentali per la continuità dell’ attività calcistica e sociale.
- Prima di parlare del presente è bene fare un salto indietro negli anni per capire com’è nata la realtà dell‘ U.s. Castelluccio. Diamo parola al neo-presidente dell’ unione sportiva Maurizio Mastrocola ,subentrato nell’ anno 2014  a Piero Rondoni ( storica bandiera della dirigenza amaranto). Maurizio a lei il compito e l’onore di narrarci le gesta della società e della squadra dai suoi primi passi.
<< I primi passi della squadra , prima dell’affiliazione al campionato Uisp, avvengono tra un gruppo di amici che puntualmente tutti i  sabati giocavano a pallone presso un campetto di Campoluci. Da qui la voglia di mettersi in gioco  in una competizione ufficiale prese il sopravvento, e con questa volontà decidemmo di fondare l’Unione sportiva Castelluccio. L’ufficialità del primo campionato avvenne durante la stagione 2002/03,  dove finalmente si videro i ragazzi scendere in campo con le maglie colorate dai primi colori sociali della squadra, l’amaranto e il bianco. Nel primo anno di partecipazione ci ritrovammo in terza divisione Uisp, ovviamente fu un campionato di transizione, perché comunque era la prima volta che la squadra partecipava ad una competizione ufficiale e quindi dovevamo imparare a conoscere meglio la categoria, anche se possiamo ancor oggi ritenerci soddisfatti di esserci piazzati a metà classifica. Successivamente la Uisp tolse la terza divisione e ci ritrovammo in seconda. Con una gran voglia e una grande squadra  vincemmo il campionato, ripetendoci anche l’anno successivo vincendo quello di prima divisione, arrivando quindi in eccellenza. Nell’anno in cui dovevamo essere protagonisti in eccellenza però ci fu una clamorosa svolta, infatti non ci iscrivemmo al campionato. I motivi sono molteplici, ma principalmente non ci iscrivemmo poiché molti giovani della nostra rosa preferirono seguire la stagione dell’Arezzo Calcio in serie B. La società ripartì dalla seconda divisione nella stagione 2005/06 dopo un anno di stop, l’unico anno di stop! Infatti dalla rinascita del 2005 fino ad oggi abbiamo sempre preso parte ai campionati. Nella stagione 2007/08 arriviamo secondi dietro solo al Badia Prataglia e riusciamo quindi a tornare in prima divisione, categoria mantenuta negli anni successivi alternando a campionati tranquilli , campionati dove abbiamo dovuto sudare la salvezza fino in fondo.>>
 
- Come presidente ha nel suo dovere far rimanere il Castelluccio una società solida in tutti i settori, come ha ampiamente dimostrato in questi anni. Quali sono, quindi, i segreti che stanno dietro alle quinte che permettono di sorreggere il palco dell’unione sportiva?
<< Sicuramente una fondamenta dell’unione sportiva è il gruppo che si è venuto a formare in questi anni, un gruppo di ragazzi straordinari, i quali oltre che pensare a giocare a calcio, si impegnano tutto l’anno sia nel sociale che nelle varie iniziative assieme a tutta l’equipe  di dirigenti e personale che compone non solo l’unione sportiva ma il Castelluccio come paese. Tra le varie iniziative percorse c’è stata e c’è tuttora quella di aiutare la chiesa del paese, ricordando che con noi gioca il parroco del Castelluccio Don Paolo De Grandi.  Tra le nostre “mura” facciamo beneficienza organizzando mercatini per aiutare il Calcit. Ci tengo a sottolineare che la nostra unione sportiva non si interessa solo di calcio, ma abbiamo un impianto sportivo, una palestra, dove vengono organizzati quotidianamente corsi di fitness , corsi di yoga e corsi  di ginnastica dolce per le donne del paese. Oltre a questo nella stessa palestra, per i giovani del paese facciamo del teatro amatoriale , Attori di Paese, e offriamo spettacoli per aiutare la raccolta fondi della scuola elementare di Castelluccio. Dopodiché ogni terza settimana di luglio prende vita la manifestazione estiva del paese, Campus Leonis. Si tratta di una tipica festa medievale, con tutto il paese che “torna indietro nel tempo” vestendosi in modo appropriato all’evento. In questa festa tutta la squadra prende presenza attiva sia nell’organizzazione dell’evento che nello svolgimento. Quest’anno saremo presenti anche ad Expo 2015 Milano e siamo riconosciuti come associazione anche dalla regione Toscana, perché non abbiamo solo l’unione sportiva ma abbiamo anche l’associazione del Castelluccio. Queste sono le due fondamenta per il paese, lo sport e il sociale. Grazie alle manifestazioni riusciamo anche a  finanziare l’unione sportiva, perché è bene ricordalo che noi al contrario di molte società della Uisp, non chiediamo un soldo ai nostri giocatori, né per l’iscrizione al campionato, né per il materiale tecnico che gli forniamo! Approfitto di questo momento per offrire un ringraziamento speciale ai nostri tifosi, che ci seguono in ogni occasione con il loro tifo caldo e appassionato, in particolare al nostro tifoso numero 1 che ci segue ormai da sempre, con il bello e il cattivo tempo, incoraggiando sempre i ragazzi di dare il meglio di sé, il suo fischio ormai è noto a tutte le squadre avversarie, Marco Chessa!!  >>
 
 
- Conosciamola meglio presidente. Lei prima di avere questo nuovo ruolo in società ha militato qui come giocatore e anche come allenatore. Ci racconti un po’ la storia di questo “salto” nelle gerarchie e nei ruoli del Castelluccio.
<< Partendo da giocatore sono qui fin dalla nascita della squadra, avendo calcato per molti anni i campionati Figc  avevo voglia di nuove esperienze , e qui ho trovato nuovi stimoli, giocando con un gruppo di ragazzi eccezionali che hanno vissuto con me molte emozioni all’interno del rettangolo di gioco, posso dire per questo che sono stati anni bellissimi e divertenti. Poi un giorno per problemi legati al lavoro l’allenatore della squadra ha dovuto abbandonare l’incarico, rimasti senza mister mi sono preso la responsabilità del ruolo ed ho quindi “appeso le scarpette al chiodo” per iniziare questa nuova esperienza. Ho allenato il Castelluccio per due stagioni, nella prima ho preso le redini della squadra nel girone di ritorno con i ragazzi che avevano raccolto solo 5 punti durante il girone di andata. Con lavoro e umiltà abbiamo recuperato e con circa 19 punti nel girone di ritorno abbiamo ottenuto un’ottima salvezza. L’anno successivo per delle complicazioni i risultati faticarono ad arrivare, e per dare una scossa alla squadra e all’ambiente  mi sono dimesso da allenatore, lasciando l’incarico a Mirko Mari, il quale ha portato il nostro gruppo ad un quinto posto in campionato. E da quest’anno sono presidente della società con mio grande piacere ed orgoglio visto il mio passato qui. Tra i ruoli quello di presidente è decisamente il più duro, viste le responsabilità che devo ricoprire, ma la squadra e i dirigenti con la loro forza di volontà e amicizia rendono questo compito molto più bello e facile>>
                                                                      
- Ringraziamo l’onestà e la sincerità del neo-presidente Mastrocola. Abbiamo adesso l’ex calciatore ed attuale parroco di Castelluccio  Don Paolo De Grandi. Com’è nata e quale significato ha  per lei l’esperienza che ha avuto e che sta avendo in questa squadra?
<< Questa mia esperienza nell’unione sportiva ha inizio 4 anni fa, non solo dall’esigenza di un’amicizia ma anche come parroco inserito nel territorio, dunque per me è una duplicità di eventi e di coinvolgimento con i ragazzi sia sotto l’aspetto pastorale che calcistico. Un calcio che non diventa fine a se stesso ma un calcio legato ad un mezzo che porta all’amicizia e alla condivisione anche di iniziative per la chiesa come il presidente Mastrocola ha detto poco fa, quindi la mia presenza è anche bella sotto questo aspetto e voluta non solo per la figura di ex-calciatore ( Verona) ma soprattutto come sacerdote, una figura che è unita da una coesione attraverso l’amicizia di idee dei dirigente di questa società e della squadra in se. Attraverso le nostre iniziative di collaborazione emerge poi una presenza continuativa non solo sotto l’aspetto pastorale ma anche sotto quello calcistico. Quello che voglio dire è che la nostra esperienza non è solo calcio, è “calcio” che evade anche nella quotidianità, penso ai momenti estivi del calcetto, della piscina, della via Crucis, delle feste che si svolgono nella parrocchia del paese. Prenderei come riferimento la via Crucis, perché è bello vedere i giocatori, grazie alla coesione con il loro parroco, che presenziano a questa momento religioso del venerdì santo e nel contempo ne fanno parte, interpretandone anche alcuni ruoli. È un ‘esperienza religiosa che rende partecipanti attivi i calciatori del Castelluccio, al di là del credo di ognuno, in questo modo si creano legami tra le persone della squadra con i restanti membri del paese che magari non giocano a pallone. Grazie al mio coinvolgimento nella squadra abbiamo visto e vediamo ancora adesso militare ex - calciatori di serie A e B come Roberto Bacci (ex – Lazio), Gianluca Falsini (ex- Siena), Agostino Iacobelli (ex- Napoli), Marco Carrara (ex – Arezzo), Marco Sansonetti (ex- Inter) ecc.. i quali sono fieri di rendersi utili per questa squadra e rendono orgogliosa sia la dirigenza che la squadra per la grande voglia e disponibilità che hanno messo e tuttora ancora mettono nello sposare il progetto Castelluccio. >>
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Passiamo adesso ad uno dei dirigenti più longevi di questa squadra, il signor Romano Ricciarini. Romano a lei è affidato il compito di trovare e tesserare i calciatori che poi militeranno nella squadra, quali responsabilità e quanta importanza ha in una dirigenza sportiva una figura come la sua?
<< Sicuramente molta, perché tra le tante cose mi aspetta il difficile compito di mantenere buoni i rapporti tra Uisp e Castelluccio, essendo il tramite tra i due soggetti. Faccio parte dell’unione sportiva Castelluccio fin dal primo momento in cui abbiamo deciso di fondarla, e attualmente ne sono vice-presidente. Per quanto riguarda il compito di trovare i giocatori ho molto aiuto già dai componenti della rosa, i quali portando ragazzi agli allenamenti , aiutano la società ad adempire questo ruolo, successivamente con un attento dialogo decidiamo se tesserare i nuovi. Ovviamente, come ha detto prima il presidente, tiriamo fuori di tasca nostra i soldi per tesserare il giocatore, senza chiedere nulla al nuovo arrivato( visita medica a parte), fornendogli il materiale utile per allenarsi e da quest’anno anche la divisa ufficiale con giacca e pantaloni per rappresentare la squadra pure nel tempo libero. Per questo crediamo molto nei calciatori che tesseriamo , sperando che ci mettano tutto l’impegno possibile e che escano “con la maglia sudata” dal campo! Crediamo che il dialogo continuo e l’amicizia fuori dal campo tra i dirigenti e i giocatori sia un fattore influente in modo decisamente positivo per affrontare un lungo e duro campionato come quello in cui siamo partecipi. Probabilmente è grazie a questo che il nostro gruppo di ragazzi si allarga sempre di più man mano che passa il tempo. >>.
 
 
- Adesso un po’ di attualità con Fabio padelli, allenatore in condivisione con Mirko Mari della compagine amaranto. Mister prima le presentazioni, visto che pure lei è uno dei “ragazzi” che a suo tempo permise la fondazione della squadra. Ogni squadra ha una filosofia di gioco che la caratterizza, quale crede sia quella improntata dal “suo” Castelluccio?
<< Anche io sono un membro della “vecchia guardia” della società, ho allenato per la prima metà di stagione il Castelluccio da solo, ma la voglia di tornare in campo era troppa visto che fino alla scorsa stagione ho sempre giocato. Per questo è tornato Mirko Mari dopo il girone di andata per aiutarmi ad allenare i ragazzi , e  grazie a lui ho tempo di allenare ed entrare in campo, visto  che in panchina ci viene anche lui! Ci confrontiamo sempre per le convocazioni e per gli undici che il sabato dovranno poi entrare in campo. Della squadra non mi posso lamentare, sono tutti ottimi ragazzi che con sacrificio dopo una giornata faticosa vengono ad allenarsi puntualmente alla solita ora e danno il massimo per il Castelluccio, applicandosi perfettamente alle esigenze dell’allenatore. Sono molto soddisfatto di loro e del loro cammino svolto fin qui, e se guardo la classifica adesso mi posso sentire ripagato del sacrificio che pure io faccio per loro. Per quanto riguarda l’impronta di gioco che mi hai chiesto, agli inizi siamo partiti con un 3 – 5 – 2 ma siamo molto bravi anche con la difesa a 4 , ovviamente il modulo viene cambiato a seconda delle disponibilità e delle caratteristiche delle squadre avversarie, per questo ci consideriamo una squadra “Camaleontica”! Abbiamo ottimi giocatori in tutti i reparti, duttili e adattabili, quindi il modulo con cui giocare non è in di per se un problema, la difficoltà sta nello scegliere chi mandare in campo visto l’ampia rosa che abbiamo,  per questo il giovedì mettiamo a disposizione dei ragazzi la classica “partitella” dove con le loro prestazioni dovranno mettere in difficoltà le scelte del mister! >>.
 
 
-Ascoltiamo adesso per ultimo, ma non per questo meno importante, Matteo Laurentini capitano dell’ U.s. Castelluccio. Matteo come si mantiene unito lo spogliatoio? Secondo te i risultati della squadra stanno rispecchiando quelli che erano gli obiettivi di inizio stagione?
<< Il gruppo si mantiene unito grazie all’amicizia che c’è fuori dal terreno di gioco da parte di tutti noi, e da piccoli gesti che sono però fondamentali per la convivenza. Per esempio quando dopo la partita ci ritroviamo tutti al bar per bere una birra o fare merenda, parlando della partita ridendo e scherzando, molti di noi nel weekend si ritrovano per andare a ballare insieme oppure quando, dopo una vittoria, la dirigenza ci organizza una cena nel centro sportivo, ecco le cene danno anche modo ai ragazzi di collaborare alle spese della dirigenza dando un piccolo contributo volontario; questi sono i momenti fondamentali dove si vede l’unione del gruppo. Per quanto riguarda il campionato la squadra sta ottenendo buoni risultati in linea con gli obiettivi che avevamo prefissato ad inizio stagione anche grazie al mister e alla società. Da capitano non posso che essere fiero di ciò che la squadra sta dando e sta facendo, anche se con qualche piccolo pizzico di cattiveria (agonistica) e di fortuna la stagione potrebbe pure indirizzarsi verso altre mete, ma per il momento ci godiamo la classifica e giochiamo con la fiducia da questa derivante, senza dimenticare che il calcio si è uno sport agonistico dove conta la vittoria ma soprattutto conta il divertirsi e il gioco di squadra, poi ovviamente a nessuno piace perdere, figurarci a noi!>>
 
- Un grazie speciale alla società dell’ U.s. Castelluccio che  ci ha concesso quest’intervista, ai suoi dirigenti e calciatori che si sono confidati con noi e quelli che scendono in campo il sabato pomeriggio per difendere l’onore della squadra, un in bocca al lupo sincero per questo proseguito dei campionato!
<< Crepi! (in coro) >>

Scritto da Riccardo Buffet


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